Tunisia
In Tunisia si stanno concentrando investimenti internazionali enormi. Tunisi è un cantiere aperto che sta attraendo investitori stranieri che sempre più spesso acquistano edilizia residenziale e commerciale quale investimento finanziario.
Lo Studio Santoro ha da lungo tempo avviato una partnership con una delle più importanti società di consulenza di Tunisi guidata da un professionista che opera sul territorio con la massima serietà e con tutti gli opportuni supporti politico/amministrativi da oltre 40 anni.
La Tunisia ha un tessuto industriale composto da più di 15.000 aziende di cui il 30% straniere. I settori cardine dell’industria Tunisina sono rappresentati da tessile, abbigliamento, cuoio, calzature, agro-alimentare, fosfati, ecc. La voce principale comunque rimane il Turismo ove la Tunisia è la prima destinazione del sud del Mediterraneo e la seconda in Africa. L’ottanta per cento dell’interscambio è realizzato con la Unione Europea. La Tunisia ha firmato nel 1995 l’accordo di Agadir di cooperazione con l’Unione Europea, accordi commerciali preferenziali con i paesi arabi e maghrebini ed accordi bilaterali con Turchia, Egitto, Marocco, Giordania, Iraq e Libia. Ogni investitore straniero può ottenere fino al 100% del capitale del progetto senza alcuna autorizzazione nella maggior parte dei settori e può rimpatriare gli utili e i prodotti della cessione del capitale investito in valuta.
Il tutto, in un contesto che offre vantaggi molto importanti per gli investitori esteri: mano d’opera qualificata, abbondante e a basso costo, procedure amministrative semplificate, legislazione favorevole, infrastrutture funzionali ed in costante miglioramento, costo competitivo dei fattori di produzione, incentivi, economia liberale in un ambiente decisamente attraent.
La Tunisia, ai fini fiscali, è un paese in white-list. Il sistema tributario prevede una sola imposta sui redditi delle persone e sugli utili delle società. L’aliquota d’imposta sulle società è del 35% e del 10% per le società agricole, artigianato e piccoli mestieri. L’IVA ha un tasso di base pari al 18%.
Numerosi sono gli incentivi ed i vantaggi fiscali.
Per i redditi provenienti dalle esportazioni è prevista l’esenzione totale dell’imposta sugli utili per i primi dieci anni di attività con una riduzione del 50% del tasso d’imposta dopo l’undicesimo anno di attività e la franchigia totale degli oneri e delle tasse sull’importazione di macchinari, materie prime e semilavorati, la possibilità per i non residenti di mantenere il regime di contribuzione del proprio paese oltre all’assenza totale di conflittualità sindacale. Le società off-shore possono importare (o acquistare sul mercato locale) in regime di esonero totale dei diritti di dogana e di IVA tutti i beni strumentali, le materie prime, materiali di trasporto e semilavorati. Infine, sono stati messi in campo dal governo Tunisino, strumenti economici (special economic area) in grado di attrarre e stimolare gli investimenti.
Tra Hammamet e Sousse a sud di Tunisi è stata edificata la nuova zona industriale di Enfidha ad alto valore logistico che è a disposizione di tutte quelle aziende che desiderino investire creando proprie filiali di produzione. L’ambito è strategico per infrastrutture, trasporti e l’interscambio merci (a 1 km. dalla stazione ferroviaria, a 35 km dal porto commerciale di Sousse e a ridosso dell’aeroporto internazionale di Enfidha) e per la presenza di centri tecnologici e di ricerca all’avanguardia.
Attiva in Tunisia la SIMEST, ha finanziato alcuni progetti di creazione di investimenti nel paese a favore di PMI Italo-Tunisine. La Tunisia è il paese Mediterraneo in cui si sono maggiormente concentrati i suoi investimenti. Sono inoltre presenti in Tunisia con propri uffici di rappresentanza il Monte dei Paschi di Siena (che ha una partecipazione azionaria nella Banque du Sud), Banca di Roma, la Banca Intesa, Il Gruppo San Paolo IMI che detiene una partecipazione del 5,61% nella BIAT.
Attualmente vi sono circa 1500 imprese italiane in Tunisia e l’Italia è il secondo partner commerciale del paese. Da segnalare la presenza di noti gruppi industriali quali: Benetton, Eldo, Miraglio, Verzotti, Cucirini, Colatrassi, Colacem, Eni, Agip, Snam progetti, Fiat Auto, Fiat Iveco, Fiat Avio, Piaggio, Todini, Ansaldo, Carta Isnardo.
Ricapitolando sui singoli temi:
ESENZIONI FISCALI
– Esonero totale per 10 anni sugli utili derivanti da esportazine.
– Riesportazione libera del reddito d’impresa.
– Esonero tasse doganali per l’esportazione in Italia di produzione industriale Tunisina.
– Franchigia totale di diritti e tasse relativi.
– Accordo bilaterale Italo-Tunisino di non doppia imponibilità.
BASSI COSTI DI PRODUZIONE
– Basso costo e flessibilità della mano d’opera.
– Ridotto costo energetico.
– Assenza di conflittualità sindacale.
– Sovrastrutture industriali sviluppate.
INCENTIVI FINANZIARI.
– Incentivi alle joint-venture.
– Incentivi all’innovazione tecnologica.
– Zona franca nel luogo dove si insedia l’azienda totalmente esportatrice.
– Reddito pro capite annuo: US$ 5.700,00
– Crescita del PIL: 5,3% (media 2003 – 2007)
– Tasso d’investimento: 25,6% del PIL (media 2003-2007)
– Crescita delle esportazioni: 6,6% annuo (media 2003-2007)
– Tasso di risparmio: 24,6% del PIL
– Tasso d’inflazione: inferiore a 3%
– Deficit budgetario: 2,8% del PIL.
INCENTIVI FISCALI.
Imposte Dirette.
L’imposta sul reddito delle persone fisiche è applicata con aliquote variabili dallo 0%, per i redditi fino a 1.500 dinari, fino al 35% per i redditi superiori a 50.000 dinari. L’imposta ordinaria sul reddito delle persone giuridiche è pari al:
– 35% sugli utili societari, per le imprese che operano sul mercato Tunisino.
– 10% sugli utili societari delle piccole imprese agricole, artigianali, commerciali e delle imprese di formazione.
Sono poi previste le seguenti agevolazioni:
– Esonero totale da tassazione, su domanda della società, per i redditi prodotti da attività di esportazione per i primi 10 anni; riduzione al 50% della tassazione a partire dall’11° anno per una durata di altri 10 anni;
– Esonero totale dei redditi derivanti da progetti di sviluppo regionali per i primi 10 anni; riduzione al 50% della tassazione a partire dal 11° anno per una durata di altri 10 anni.
– Esonero dall’imposta sul reddito per i redditi da lavoro dei dirigenti stranieri (max 3 addetti);
– Possibilità di scelta per un sistema di ammortamento regressivo per le attrezzature la cui durata di utilizzo superi i 7 anni.
IVA e dazi doganali.
L’aliquota IVA di riferimento è il 18%. Esistono poi due aliquote inferiori del 6 e del 10% per i prodotti sensibili e per alcuni beni strumentali e per una serie di servizi; esiste infine un’aliquota maggiorata pari al 29% su alcuni prodotti di lusso.
Per le società-export l’importazione di beni macchinari e servizi necessari all’avvio e all’installazione dell’azienda, compresi gli autoveicoli per lo spostamento del manager, sono in esenzione IVA. Tale esenzione è estesa anche all’importazione di materie prime e semilavorati da impiegare nella produzione di beni destinati all’esportazione.
Le aliquote delle tasse doganali variano dallo 0% sino ad un massimo del 43% in base alla tipologia del prodotto e delle attività svolte. Vale quanto detto per l’IVA: in generale le società residenti sono soggette al pagamento dei dazi doganali, mentre le società esportatrici ne sono esentate.
Va tuttavia precisato che anche le società residenti tunisine possono essere esentate dal pagamento del dazio, qualora l’acquisto riguardi materie prime relative alla produzione di beni destinati all’esportazione, beni non prodotti localmente, beni acquistati da soggetti individuati in un apposito elenco (alberghi, discoteche…)
E’ PREVISTA PERTANTO, LA COMPLETA ESCLUSIONE DA DAZI DOGANALI ED IVA PER:
– l’importazione di materie prime destinate ad essere impiegate nei prodotti destinati all’export;
– l’importazione di macchinari destinati alla produzione di beni esportati;
– l’importazione di auto personali di cc oltre 2000 per dirigenti (per le quali il dazio arriverebbe fino al 300% e l’IVA al 29%).
RIMPATRIO UTILI ALLA SOCIETA’ MADRE ITALIANA.
Il D.M. 21.11.2001 dello Stato Italiano ha inserito la Tunisia nella lista dei Pesi extra-CEE che possono godere dello stesso trattamento riservato ai dividendi distribuiti da società partecipate residenti in Europa (white list).
In base a tale direttiva madre-figlia (art. 96 bis del TUIR) la distribuzione di dividendi da una società Tunisina, partecipata da una società Italiana, è assoggettata in Italia all’IRPEG del 1,65% (5% del 33%).
INCENTIVI PER INVESTIMENTI E ASSUNZIONI.
Sono previste alcune rilevanti sovvenzioni per le imprese export (residenti oppure off-shore) che effettuano investimenti ed incrementano l’occupazione.
Le imprese operanti in particolari zone depresse all’interno del territorio Tunisino possono usufruire di un contributo statale a fondo perduto, pari al 25% dell’investimento in macchinari, senza limite di importo. Sono quindi esclusi dall’agevolazione i fabbricati.
SONO POI PREVISTI ALCUNI CONTRIBUTI SPECIFICI PER:
– La protezione dell’ambiente: 20% del costo degli impianti.
– Lo sviluppo regionale: 15 o 25% del costo del progetto in base al luogo dell’impianto.
– Lo sviluppo agricolo: 7% del costo del progetto con un premio addizionale dell’8% per i progetti agricoli nelle zone aride e del 25% per i progetti di pesca nei porti del litorale.
E’ prevista inoltre la possibilità di presa in carico, totale o parziale, da parte dello Stato di alcune spese infrastrutturali:
– per la sistemazione delle zone destinate all’acquacoltura e alle colture che utilizzano la geotermia;
– per i progetti collocati nelle zone di incentivazione allo sviluppo regionale.
Le sovvenzioni per l’occupazione sono previste per:
– gli assunti che provengono dal “centro formazione Tunisino” (scuola professionale): 60% dell’intero costo sostenuto per il lavoratore dipendente nei primi due anni, o in un numero maggiore di anni a particolari condizioni;
– le assunzioni di laureati: 65% dell’intero costo sostenuto (regime speciale);
– le spese di formazione del personale in Tunisia: 100% dell’intero costo, se effettuato da docente Tunisino, oppure il 50% dell’intero costo se effettuato da docenti stranieri.